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La sua prima performance degna di nota risale al 1919 con la compagnia teatrale Arata-Simari-Franco presso il Teatro Nacional, con la rappresentazione comica di Alberto Novión, "El cabaret Montmartre".

Lo stesso D'Arienzo sostenne in un'intervista di aver suonato alla notte di apertura della stessa, ma in realtà ciò non corrisponde a verità; inizialmente la compagnia teatrale era accompagnata dall'orchestra di Roberto Firpo e solo dopo che questo, con la sua orchestra, lasciò la compagnia l'orchestra D'Arienzo-D'Agostino ne prese il posto.

Da allora D'Arienzo continuò ad essere legato al teatro.

Allora si esibiva al Chantecler, fu lì che ebbe appellativo di "El rey del compas", così lo chiamò il Principe Cubano Angel Sànchez Carreño, animatore del cabaret, dove l'orchestra di D'Arienzo si esibì per piú di 15 anni.

Nella sua orchestra venne incluso quel pianista talentuoso che rispondeva al nome di Rodolfo Biagi, la cui musica veloce e dinamica - caratterizzata dai due quarti rispetto ai quattro ottavi di D'Arienzo - influenzò enormemente lo stile di quest'ultimo. Tanto che quando Biagi lasciò l'orchestra, la musicalità di D'Arienzo continuò ad essere caratterizzata dai due quarti.

El Rey del Compás divenne il re del ballo, e facendo ballare le masse incassò una grande quantità di denaro.

D'arienzo ricevette anche diverse critiche, fu accusato dai puristi del tempo di fare leva sulle esigenze del "popolo", di pensare piú a soddisfare le richieste della massa che a produrre tanghi di alto livello, fu considerato un demagogo del tango.


Ma è fondamentale sottolineare che Juan D'Arienzo, come disse José Luis Macaggi, ha reso possibile quel rinascimento del tango che caratterizzò "la década del cuarenta".

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